Cattedrali
di Angela Pellicanò e Ninni Donato
Istituto Italiano di Cultura di Cracovia
a cura di Giuseppe Capparelli e Joshua Prezioso
Il racconto è la forma più arcaica ed efficace di realtà aumentata. Esplorare un luogo dopo averne letto o ascoltato storie collegate permette di dilatarne la percezione, di cogliere molti più strati, molte più dimensioni rispetto a quelle riconoscibili attraverso i soli sensi.
Egli parla senza filtri, racconta di sé, di cibo, di acciacchi, migranti, del cane che aggredisce due dei suoi figli quasi uccidendone uno…
Quel bosco per lui è il luogo della tragedia e della successiva redenzione attraverso il racconto…
Nessuno gli ha chiesto nulla, noi di città non siamo abituati a chiedere, abbiamo bisogno di tempo prima di riuscire a stabilire un contatto esterno... Diffidenza?
L’incontro semplice, diretto, non strumentale, mi coinvolge al punto che la sua storia è la mia e il bosco intorno diviene scenario, oltre che di quel racconto, anche di tutte le storie accadute in altri boschi del mondo, spesso tragedie.
Egli parla senza filtri, racconta di sé, di cibo, di acciacchi, migranti, del cane che aggredisce due dei suoi figli quasi uccidendone uno…
Quel bosco per lui è il luogo della tragedia e della successiva redenzione attraverso il racconto…
Nessuno gli ha chiesto nulla, noi di città non siamo abituati a chiedere, abbiamo bisogno di tempo prima di riuscire a stabilire un contatto esterno... Diffidenza?
L’incontro semplice, diretto, non strumentale, mi coinvolge al punto che la sua storia è la mia e il bosco intorno diviene scenario, oltre che di quel racconto, anche di tutte le storie accadute in altri boschi del mondo, spesso tragedie.
Il lavoro sul bosco è conseguenza dell’incontro casuale con un uomo che lo vive quotidianamente.