HOLES + SKIN - Ninni Donato Artworks

NINNI DONATO
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holes                                                               CATALOGO
testo di Jasper Wolf (dal progetto "LA MADRE DI SPARTA" con Angela Pellicanò)

Biologia della macchina da guerra

Angela Pellicanò e Ninni Donato non sono storici, non lo pretendono, il loro linguaggio è visuale e creativo; il loro lavoro è piuttosto assimilabile a una prospezione archeologica che, indagando sempre più in profondità, ad ogni strato asportato riserva nuove emozionanti scoperte. Così emergono le ragioni di una mostra che nelle due parole del titolo contiene l’essenza della loro attuale ricerca. Non vogliono illustrare l’orrore e la follia della guerra, temi ben sviscerati dall’arte oramai depurata dalla necessità di celebrazione del vincitore, che non distingue fra giusti e oppressori: penso alle incisioni di Goya, tanto forti e spietate, penso Jake & Dinos Chapman che vi s'ispirano in modo diretto o all’opera manifesto “Guernica” di Picasso o ancora Otto Dix, Käthe Kollwitz, Corrado Cagli , solo per citarne alcuni. La loro indagine, che passa attraverso il recupero dei "segni" su riviste del periodo pre-bellico e bellico e su documenti fotografici militari sopratutto alleati, cercando l'affabulante ri-simbolizzazione della storia, conquista spazi di senso inediti e chiede una riflessione sulle strategie comunicative con cui i "regimi", senza distinzione di epoca, legittimano le proprie sacre scelte. Sparta è macchina da guerra, simile ad un organismo biologico che aggrega cellule, uomini-guerriero donne-fattrici, secondo rigidità codificata in regole. Nulla è per caso, neanche le arti sono bandite dalla città, la musica scandisce il passo degli eserciti e i cori intonati rafforzano la coesione dei combattenti cantando l'onore della morte in battaglia. Sparta è madre putativa, non partorisce ma sostituisce, forma combattenti; è il luogo degli eguali, nel quale nessuno ha il diritto di essere migliore e neanche il re è uno. Essa è il territorio condiviso delle visioni ciclopiche, distorte e parziali, ben rappresentate dai frammenti delle carte originali della propaganda utilizzati nella costruzione delle opere di Angela e dalle immagini-documento simili a still-frame di un racconto più ampio, che Ninni cattura, attualizza e stravolge, offrendo alla nostra visione cieli dagli improbabili colori saturi o costringendo lo sguardo in angusti e freddi buchi-contenitori nei quali si consuma il comune destino degli aviatori e delle loro macchine belliche. La "ripresa" è doppia: una orizzontale, evocativa, ravvicinata che focalizza l'attenzione sul particolare, l’altra verticale e quasi ludica e drammatica al tempo. È qui Sparta? È qui che si è figli senza madre e si è madre senza figli? Per Noi, uomini contemporanei armati di telecomando, sembra strana e al tempo stesso aberrante l’idea che si possa essere orfani fin dalla nascita, allevati in una sorta di famiglia allargata non riconducibile ad un “nucleo” quanto, piuttosto, ad una “città- caserma” Ma Noi, quotidianamente educati alla guerra, non necessariamente alle armi, viviamo il distacco dalle nostre origini. Tutto sembra ormai repertorio.

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